Pedagogia e Sport

La Consulenza Pedagogica


La Consulenza Pedagogica in pillole

Per Introdurre ciò che la mia professione offre mi piace partire dal senso delle parole riportate nella definizione della mia attività: ‘Consulenza Pedagogica’. Cercando il significato etimologico di ‘fare consulenza’ scopriamo che vuol dire riflettere, provvedere, consigliare, ovvero soffermarsi su qualcosa ed anche esercitare una pratica del consiglio. Da quest’ultimo termine, ‘Consigliare’, appunto, possiamo richiamare il termine “cum-silère”, ovvero ‘stare in silenzio insieme’, ma anche “cum-sedère”, che indica lo ‘stare seduti insieme’, mentre “cum-salire”, diversamente, ma con logica, suggerisce la necessità di ‘saltare da qualche parte insieme’.

Possiamo quindi affermare che ‘per consigliare’, o precisamente per “fare consulenza”, risulta necessario restare su TRE precise azioni:

  1. “Fare silenzio insieme”. Il silenzio è richiesto sia al consulente che al consultante, contemporaneamente. Non un silenzio ‘morto’ e vuoto, ma che implica la sospensione della parola, e l’apertura ad uno spazio di pensiero. ‘Un buon consiglio’ non può essere dato nell’immediato.
  2. “Stare seduti insieme”. Per afferrare a fondo un momento, una situazione, una difficoltà o un disagio è fondamentale fermarsi, è necessario sospendere qualsiasi attività ordinaria, sia da parte del consulente che del consultante.
  3. “Saltare da qualche parte insieme”. Infine è concretamente necessario mettere in atto qualcosa di nuovo, andare in un altro luogo insieme, dopo aver reso pensabile qualcosa. È un’esperienza che richiama una partenza, un’iniziazione. Il consulente, quindi, è a tutti gli effetti un educatore, tenuto ad agire e a cambiare con il consultante.

    Ogni intervento di consulenza, risponde ai bisogni ed alle necessità del consultante e si basa sull’adozione specifica di tecniche e linguaggi che, esercitati intensivamente in uno spazio e in un tempo definito, producono apprendimento, socializzazione e inculturazione.L’obiettivo della consulenza è, quindi, quella di mettere in atto un processo educativo.Ad oggi l’offerta da me proposta può rispondere ai seguenti bisogni:

    1. Disagio Minorile; In un momento di disagio può accadere che il bambino non riesca a trovare le parole per esprimere ciò che sta vivendo internamente. Il suo corpo, il suo volto, i suoi atteggiamenti, fortunatamente, parlano. Potrà sembrare strano e difficile da comprendere, ma ogni gesto che i bambini compiono rappresentano un messaggio da ascoltare e abbracciare. Talvolta risulta necessario accompagnare il bambino a far emergere ciò che è più insito che può manifestarsi attraverso difficoltà emotive e relazionali, piuttosto che difficoltà nell’apprendimento e fragilità a livello organizzativo-motorio. Il compito del pedagogista, attraverso metodi e tecniche adeguate e specifiche, è quello si trasformare le emozioni negative espresse in un’innovativa fiducia in sé e nelle proprie possibilità.
    2. Disagio Adolescenziale; La ‘Trasformazione’ che un adolescente incontra lungo il cammino di crescita non sempre risulta facile ed indolore. È in questo cammino che il bambino, crescendo, avrà la possibilità di affrontare un percorso che lo porterà alla scoperta di Sé. Spesso, però, l’insorgere di ambivalenze e conflittualità, può portare a quelle che vengono definite “crisi esistenziali”. Il ruolo del Pedagogista, attraverso un movimento continuo tra limiti e potenzialità, paure e desideri, è quello di accogliere e accompagnare l’adolescente nella definizione della sua nuova identità trasformando i conflitti in un’occasione di crescita.
    3. Disagio Adulto e Disassuefazione; Il bisogno innato di integrità e autorealizzazione si scontra spesso con paure, più o meno profonde, frustrazioni e fragilità emotive. Ne nasce così un senso di insoddisfazione e disagio che possono, svilupparsi nella persona e caratterizzare di conseguenza l’ambito personale, familiare, professionale o sociale della persona stessa. È anche in questa difficile situazione, poco gestita da un momento di fragilità, che la persona può trovare una soluzione di sostegno e di dipendenza in qualcosa di distruttivo. Compito del Pedagogista è quello di affiancare il consultante offrendo uno spazio di apertura per cercare di dare forma al disagio, investendo sulle abilità e potenzialità esistenti e raggiungere una rinnovata fiducia per tornare a camminare verso gli obiettivi desiderati.
2022-02-24T16:32:16+01:0018 Agosto 2017|Categorie: Articoli|Tag: , |

Comfort Zone… Chi è costei? Ecco perché è meglio conoscerne il significato

“Anno dopo anno, impari a spostare la sofferenza. Quello che un anno è sofferenza, l’anno dopo è solo fatica. Hai maturato fisicamente, ma soprattutto psicologicamente la capacità di accettare il disagio”.

Roberto Ghidoni

Rovistando, leggendo e assaporando libri di pedagogia e psicologia, posso prenderne la definizione e scriverla così: la “Comfort Zone” rappresenta una condizione mentale di sicurezza che, per alcuni è un punto di arrivo o un traguardo, mentre per altri è uno stato di passaggio o un caldo e luogo sicuro in cui tutto sembra andare per il meglio, ma in realtà si percepisce uno strano desiderio di cambiamento.

È preferibile stare o uscire dalla “comfort zone”? Se rileggiamo e proviamo a tradurre letteralmente queste due parole, potremmo interrogarci su cosa possa spingere una persona a desiderare di uscire da una situazione di benessere e di comodità. Se invece analizziamo meglio e sposiamo il significato che oggi viene perlopiù assegnato a tale concetto, allora, viene naturale chiedersi come si possa considerare “confortevole” un benessere apparente da cui, più o meno consciamente, si vuole fuggire per sperimentare una nuova dimensione.

Stare nella “Comfort Zone” non è sbagliato. Il giusto equilibrio può essere identificato nella capacità di sfruttare tale zona in seguito ad un periodo particolarmente stressante, quando fisicamente e mentalmente, quindi, abbiamo bisogno di riprenderci dopo un forte stress.

Clicca sulla foto e continua a leggere l’articolo…

Maurizio S.

2022-02-24T16:27:50+01:0017 Agosto 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Iniziare a Correre e Continuare..

Iniziare a correre, ma soprattutto continuare, non è facile.

attraverso la corsa è possibile raggiungere un equilibrio fisico-emotivo-mentale, ma questo processo risulta efficace se supportato e facilitato dalla presenza di un Accompagnatore, un motivatore per la mente e un ‘allenatore’ per il corpo.

Il mio ruolo sarà quello di accompagnarti un passo dopo l’altro per raggiungere l’obiettivo di Star Bene, evitando, anche, inutili infortuni dovuti ad un’attività svolta non correttamente.

  • Se vuoi un percorso personalizzato ed esclusivo non esitare a CONTATTARMI per costruire un pacchetto “Ad Hoc”, oppure prova a visionare i percorsi proposti QUI.
  • Se pensi di UNIRTI al GRUPPO: RUNNING SCHOOL
    • PERCORSO START: per chi inizia correre.
    • PERCORSO GOO: per chi vuole un ritmo più sostenuto e migliorare la tecnica.
2022-02-24T16:27:59+01:0016 Agosto 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Infortunio: quando il corpo ci dice qualcosa

INFORTUNIO: un termine terribile che spaventa tanti runner, me compreso.

Ma cosa sta dietro a questa parola?

Sono ormai dieci giorni che non corro.

Un’ecografia ha confermato la diagnosi: leggero stiramento di una parte del muscolo del polpaccio (che non ripeto per non usare troppi paroloni). Nulla di Grave, ma lo STOP è NECESSARIO.

Piccoli segnali che talvolta vengono ignorati, sottovalutati e accantonati, MA il corpo cosa ci vuole dire?

stiamo facendo troppo o troppo poco?

stiamo lavorando male?

Ogni singola percezione che abbiamo, deve essere valutata. NON demonizzata, ma ascoltata.

Se riusciamo a far girare la testa, anche questi momenti sono costruttivi:

  • di fatto se ci siamo fatti male, vuol dire che qualcosa non andava e che il corpo aveva necessariamente bisogno di fermarsi: è fondamentale!
  • forse i ritmi ‘allucinanti’ a cui ci siamo sottoposti nell’ultimo periodo hanno sovraccaricato troppo e l’allenamento ha PERSO la sua efficienza ed efficacia ed è divenuto deleterio.
  • forse abbiamo organizzato male i carichi di lavoro.
  • forse ci sono altri motivi…

Uno STOP forzato può assumere un ruolo decisivo nel miglioramento personale: possiamo riorganizzare TESTA, CUORE e GAMBE in attesa dei prossimi allenamenti!

Maurizio S.

2022-02-24T16:28:43+01:007 Aprile 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

TRAIL: Vuoi Provare a Farlo?

Correre in natura o montagna, non è solo un viaggio fisico, ma è soprattutto un Percorso Mentale e Spirituale. La possibilità di condividere strade e sentieri, con una figura che sa ascoltarvi, può risultare una grande risorsa. Poter condividere le sensazioni che il movimento della corsa produce ascoltando e condividendo ciò che si sente risulta essere uno strumento efficace e significativo per riscoprire e raggiungere il benessere fisico, emotivo e mentale.

Avvicinarsi alla Corsa in Natura (il Trail Running, appunto) vuol dire, però, approcciarsi ad un modo di correre diverso e impegnativo. L’ambiente, infatti, richiede un’adeguata preparazione che permetta al runner di godersi il viaggio in tutta sicurezza.

VUOI PROVARE A FARE TRAIL RUNNING?

IO Posso Aiutarti!

Percorsi rivolti a singoli o a gruppi costruiti in base alle esigenze ed alle possibilità del Runner.

2022-02-24T16:29:06+01:0017 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

La Vita dell’aragosta: tra crescita e avversità

Rileggendo la storia del dott. Abraham J. Twersky, rabbino e psichiatra, mi sono reso conto di come siamo portati a fuggire dai momenti di disagio e di dolore, come se questi fossero momenti da evitare assolutamente perché potatori unicamente di malessere.

“L’aragosta è un animale morbido e soffice, vive dentro un rigido guscio che non si espande mai. E come fa l’aragosta a crescere? Mentre cresce, il guscio diventa sempre più stretto e scomodo, tanto che l’aragosta non può fare altro che liberarsene. Sentendosi sempre più sotto pressione e a disagio, va quindi a nascondersi tra le rocce. Lì, più vulnerabile che mai, lascia andare il vecchio guscio e si adopera per crearne uno nuovo che possa adeguarsi alle sue necessità. Ad un certo punto, continuando a crescere, anche questo guscio diventa stretto e scomodo. Allora, torna sotto alla sua roccia e ripete il processo, ancora e ancora. Lo stimolo che rende possibile la crescita dell’aragosta è la scomodità, il disagio, il dolore. Se l’aragosta potesse avere dei medici a disposizione, probabilmente le somministrerebbero dei farmaci per ‘sedare’ questo malessere e troverebbe una soluzione immediata, una distrazione che possa far sparire il disagio e che la illuda di aver risolto il problema senza averlo realmente affrontato. Così facendo, non si libererebbe mai di quello che non va più bene per lei.”

Come in tutte le metafore è…

Continua a Leggere l’Articolo QUI

2022-02-24T16:29:12+01:0015 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

La Resilienza del Criceto

La resilienza del criceto, sembra una presa in giro, ma in realtà è una questione su cui spesso mi interrogo: richiede più resilienza salire e scendere per i monti facendo millemila metri di dislivello oppure correre come un criceto su un circuito di un chilometro circa per tante centinaia di volte in 6 giorni?

Credo che la risposta possa di certo portarci a discutere su cosa sia più bello o più spettacolare fare, ma indipendentemente da ciò ritengo e sono fermamente convinto che entrambe le Avventure richiedano enormi quantità di RESILIENZA.

Senza dubbio! Non solo perché la gara che il nostro Leo  ha iniziato da poco richiede una continuità mostruosa, ma anche perché la monotonia del percorso incide notevolmente sulle prestazioni: in un articolo precedente discutevamo di come l’ambiente possa influire sul benessere della persona, ritengo che una situazione contraria non sia di certo favorevole.

“Continuità Mostruosa”è la caratteristica fondamentale di questa gara: 6 giorni! Opportunamente pensati, pianificati e studiati a tavolino, ma poi il campo la farà da padrona.

Ed è proprio sul campo che Leonardo dovrà dare fondo a tutta la Resilienza a sua disposizione.

Un campo lontano parecchi chilometri dal solito, in Grecia al 12th Athens Ultramarathon Festival che impegnerà Leo, da oggi, fino al 19 febbraio.

Cliccando sull’immagine potrete monitorare il Viaggio di Leo dei prossimi 6 giorni.

Avanti così in questa nuova avventura. Buon Viaggio.

Maurizio S.

2022-02-24T16:29:28+01:0013 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

S1ipertail

Poche ore alla partenza.

Un pizzico di preoccupazione, qualche dimenticanza che è costata un briciolo di euro e un po’ di risate.

Ora un paio d’ore di riposo e poi ci si prepara.

Tante ore di corsa in natura. In un contesto meraviglioso, in modalità S1 non comune alle gare di Trail.

Questo è un bel viaggio.

Partenza dal Mare e poi via per i sentieri carsici.

Maurizio S.

2022-02-24T16:29:59+01:004 Gennaio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Sei troppo magro!

Sei troppo magro!

Quest’affermazione impazza, rivolta a me, nelle ultime settimane.

Ma cosa vuol dire? Cosa comporta? Sarà vero?

Prossimamente coinvolgeremo il professionista dell’alimentazione, dott. Cucinotta, per scoprire le carte e capirci qualcosa.

Per ora godiamoci la colazione ..

Alimentazione e corsa sono un binomio splendido.

Stay tuned

Maurizio S.

2022-02-24T16:35:09+01:0011 Novembre 2016|Categorie: Articoli|Tag: |
Torna in cima