Run, Run, Run. Quando si vuole, si fa..
Quando si Vuole, si fa..
Quando si Vuole, si fa..
La resilienza del criceto, sembra una presa in giro, ma in realtà è una questione su cui spesso mi interrogo: richiede più resilienza salire e scendere per i monti facendo millemila metri di dislivello oppure correre come un criceto su un circuito di un chilometro circa per tante centinaia di volte in 6 giorni?
Credo che la risposta possa di certo portarci a discutere su cosa sia più bello o più spettacolare fare, ma indipendentemente da ciò ritengo e sono fermamente convinto che entrambe le Avventure richiedano enormi quantità di RESILIENZA.
Senza dubbio! Non solo perché la gara che il nostro Leo ha iniziato da poco richiede una continuità mostruosa, ma anche perché la monotonia del percorso incide notevolmente sulle prestazioni: in un articolo precedente discutevamo di come l’ambiente possa influire sul benessere della persona, ritengo che una situazione contraria non sia di certo favorevole.
“Continuità Mostruosa”è la caratteristica fondamentale di questa gara: 6 giorni! Opportunamente pensati, pianificati e studiati a tavolino, ma poi il campo la farà da padrona.
Ed è proprio sul campo che Leonardo dovrà dare fondo a tutta la Resilienza a sua disposizione.
Un campo lontano parecchi chilometri dal solito, in Grecia al 12th Athens Ultramarathon Festival che impegnerà Leo, da oggi, fino al 19 febbraio.
Cliccando sull’immagine potrete monitorare il Viaggio di Leo dei prossimi 6 giorni.
Avanti così in questa nuova avventura. Buon Viaggio.
Maurizio S.
V.Trail è un percorso progettato da “Maurizio Seneci – Pedagogia e Sport” per tutti quei Runners che ritengono importante sviluppare o perfezionare le abilità della corsa in Natura. L’assenza di Asfalto, terreni verticali e continui saliscendi tra polvere, fango o percorsi tecnici richiedono un’adeguata preparazione per poter procedere in sicurezza.
La continua crescita della passione verso il Trail Running mi ha portato a progettare questo percorso proprio per favorire l’aumento delle persone che corrono in Natura senza generare conseguenze problematiche dettate soprattutto dall’inesperienza e dalla mancanza di momenti di approfondimento.
Il progetto prevede un ciclo articolato di lezioni propedeutiche durante le quali si affronteranno i vari aspetti della disciplina per permettere al Runner Junior di approcciarsi, con il V.Trail, con un’adeguata conoscenza e competenza. Lo spirito della corsa in Natura prevede una quasi totale autonomia Idrica e Tecnica in un contesto che continuerà a variare a seconda della tematica, ma che sarà sempre paesaggisticamente meraviglioso.
Sarà necessario presentarsi con il materiale opportuno per affrontare le uscite. Tale materiale verrà comunicato per tempo e durante il percorso approfondiremo la loro conoscenza ed il loro utilizzo.
Maurizio S.
Ipertrail della BORA.
15 gennaio 2017.A 10 giorni dall’iper trail, la mente fresca, anzi riscaldata, sono ancora contento della piccola avventura che ho potuto vivere grazie a ASD Sentierouno e a Tommaso.
Piccola, perché si è fermata a 65 km rispetto alle 100 miglia che dovevano essere. Piccola, perché era la prima volta che mi cimentavo in una competizione dove la semi autosufficienza era imposta. Piccola, perché quando c’è da decidere il ritiro o meno, ci si sente un po’ piccoli.
Ma grande è la soddisfazione e la consapevolezza di aver fatto bene.
Aver fatto bene nell’utilizzo de GPS; aver fatto bene a non mettere a rischio ulteriormente la mia condizione fisica (ad una settimana il ginocchio presenta ancora qualche Dolore); aver fatto bene quei 65 km..
Aver fatto bene a percorrere quegli ultimi 12 chilometri pensando a come e cosa avrei potuto migliorare:
-gestione del cibo;
-gestione dei cambi;
-gestione dei lunghi durante il mese precedente..
Insomma, di lavoro da fare, ce n’è.
Insomma, non sarò stato un Finisher della prima edizione dell’iperTrail della bora (e non nascondo che questo mi fa un po’ incazzare), ma sono a casa con la Testa che vuole tornarci e portarci le Gambe in condizioni ottimali. Il Cuore continua a fare il suo lavoro godendosi il viaggio..
Meglio di così..
Maurizio S.
Sara Bottarelli, intervista ad una campionessa.
Articolo Uscito sul Magazine Agosto 2016 del Gruppo Runners & Bikers – Italian Live Sports.
“Ciaaooo” così risponde Sara Bottarelli, Classe 1990, semplicità da vendere e simpatia in abbondanza…
Curiosamente l’intervista si svolge in Viaggio, non il viaggio che la Campionessa Italiana di corsa in Montagna sulle lunghe distanze è solita fare, ovvero tra i monti e i boschi, ma, ahimé, in auto. Sara, ragazza super impegnata e incapace di dire di no, accetta di fare l’intervista mentre si sta spostando in auto per raggiungere il fidanzato (ci spiace per voi giovani pretendenti) ed io, ovviamente, mi sto spostando su un’altra auto, in direzione totalmente opposta. Subito sottolinea come questa sua capacità di accettare le numerose richieste le permette di confrontarsi con persone diverse da cui può sempre apprendere modi diversi di pensare e agire.
Ma ora veniamo alle semplici domande fatte ad una ragazza altrettanto semplice…
Come ti descriveresti?
Solare, Sincera, ehm penso a tre aggettivi: testarda, determinata, ma nello stesso tempo spesso indecisa. In realtà credo che per prendere una decisione impiego un po’ di tempo, ma una volta scelto divento
determinata. Mi piace molto tenermi attiva facendo tante cose e incontrando tanta gente, ma allo stesso
tempo mi piace ritagliarmi del tempo ed isolarmi e non mi spaventa stare da sola come è successo ieri arrivando a casa alle 19:20. Son partita di corsa e sono arrivata alle 20.00 a Sant’Emiliano (Santuario che sovrasta Sarezzo) e non aver trovato nessuno è stato bellissimo!
Trovare ancora il cielo azzurro con il sole che illuminava ancora per poco le cime delle montagne circostanti. Mi son sdraiata nel prato e mi son goduta il momento. Forse con un pizzico di egoismo.
Cosa fai per mantenerti?
Quest’anno è stato un anno fortunato: ho fatto l’insegnate di educazione fisica, anche se non sono in graduatoria ho avuto un contratto da gennaio a giugno e fortunatamente ero in due scuole della media-alta Val Trompia, quindi non appena finivo di fare l’insegnante mettevo le scarpette ed andavo a correre.
Ora, terminate le scuole, mi dedico ad alcuni progetti come fare l’insegnante di ginnastica artistica ed un
Grest Sportivo dove insegno ai bambini diversi sport. Mi piace trasmettere ai bambini come lo sport sia stato per me una fonte di crescita.
Quanto ha influito la tua famiglia nella passione per la corsa?
Nonostante abbia papà, mamma e fratello che corrono, devo sottolineare come la mia famiglia mi abbia educato allo sport. Da piccola ho fatto nuoto, artistica e altri sport. La scelta della Corsa è stata un passaggio successivo.
Come hai deciso di correre?
Ho scelto di correre quando ho notato che fare le gare di Ginnastica Artistica mi prendeva una forte di agitazione, mentre quando facevo le gare di corsa ero più serena e mi divertivo.
Cosa provi quando corri?
È una valvola di sfogo. Sensazioni positive. Quando vado forte riesco a convogliare tutte le energie negative e le butto fuori. Quando faccio una gara, se sta anche andando bene è come se riuscissi a sfogarmi, e come se mi auto caricassi, sento di andar bene, sento di star bene e sento il tifo, mi carico e sto bene. Correndo posso raggiungere molte località in poco tempo e spesso ciò mi consente di arrivare in posti dove sto bene. In bici probabilmente ne vedrei di più, ma dubito che la bici possa essere il mio futuro.
Hai appena affrontato gli europei ad Arco di Trento, com’è ci descriveresti il contesto?
Prima dicevo che difficilmente mi agito alle gare. Gli europei li ho sentiti tantissimo. Probabilmente perché ho dovuto concentrarmi una settimana intera sull’obiettivo. Io sono abituata fare tante cose e spesso mi alleno alla sera o al mattino presto e trovarmi a trascorre tutto quel tempo pensando solo
esclusivamente all’Europeo è stato per me difficile.
Probabilmente devo fare ancora quel salto di qualità che mi permetterà di affrontare meglio questo tipo di gare. Una gara in salita proprio perché ad un chilometro dal traguardo ero sesta. Poi ho iniziato a recuperare e trovandomi quarta ed il traguardo vicino mi son detta che non arrivare a podio sarebbe stato un motivo per rimuginare tutta la vita. Ho raggiunto la terza e sono riuscito a tenere la posizione fino alla fine.
Come ti alleni per poter partecipare a gare così impegnative? E qual è la tipologia di gara preferita?
Ultimamente mi alleno tutti i giorni, inserendo almeno un giorno alla settimana nuoto. Questo per scongiurare gli infortuni, purtroppo sono molto soggetta, come molti altri atleti, quindi in base al calendario gare vengono impostate delle giornate di particolare carico, ad esempio salite di 40-45 minuti spingendo, a giorni di scarico, correndo sulla pista ciclabile al piano. Rispetto alle gare io prediligo le lunghe dove per lunghe intendo 21 km, come ad esempio ai Campionati Italiani di Corsa in Montagna sulle lunghe distanze svoltesi a Nasego, dove stavo particolarmente bene, il percorso era adatto a me, mi ero allenata molto bene e non so cosa sia successo, ma ho vinto.
Ora sto svolgendo anche i Campionati di Corsa in Montagna a Distanza Classica. Sono due prove, la prima prova prevede sia salita che discesa, mentre la seconda prova… (all’uscita di questo magazine si sarà già svolta)
Ci racconti un aneddoto? E cosa aggiungeresti agli aggettivi con cui ti sei descritta prima?
Spesso mi perdo. Ovviamente quando vado a fare le mie corse in montagna non mi piace fare gli stessi sentieri e vorrei cambiare, ed anche se spesso sono percorsi che ho provato con mio padre, non me li ricordo e sbaglio sempre qualcosa. Per questo mi ritrovo in mezzo a prati piuttosto che a greggi al pascolo e giusto pochi giorni fa, mi è capitato di essere ospitata a bere un goccio di acqua perché mi riconoscono e mi salutano in grande.
Dopo questa telefonata definirei Sara
CHIACCHIERONA, empatica e socievole.
Maurizio S.
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Poche ore alla partenza.
Un pizzico di preoccupazione, qualche dimenticanza che è costata un briciolo di euro e un po’ di risate.
Ora un paio d’ore di riposo e poi ci si prepara.
Tante ore di corsa in natura. In un contesto meraviglioso, in modalità S1 non comune alle gare di Trail.
Questo è un bel viaggio.
Partenza dal Mare e poi via per i sentieri carsici.
Maurizio S.
Spesso ci avventuriamo in solitaria su percorsi sconosciuti o poco frequentati. Utilizzando una frase del grande Bruno Detassis, il quale affermava che “L’alpinista più bravo è quello che può raccontare quello che ha fatto”, posso dire che siamo responsabili e abbiamo il Dovere di fare il possibile per tornare a casa.
Nel leggere queste parole i maschietti porteranno dolcemente la loro mano dove non batte il sole in segno di scaramanzia e le femminucce, non lo so.
Di fatto, però, mi viene da chiedervi: siete sicuri di fare il possibile?
siete sicuri, siccome fino ad oggi non è successo nulla, di avere utilizzato tutto ciò che si può mettere in campo? avete valutato le situazioni in cui incappate e avete considerato e approfondito strumenti e abilità necessarie?
io che viaggio spesso da solo, me lo sono chiesto e, grazie anche ad un particolare in stile Trail (S1 Trail – La Corsa della Bora – ASD Sentierouno, ipertrail) ho deciso di investire in questa sicurezza e oltre a:
conoscenza materiale;
competenza topografica;
conoscenza approfondita dello strumento GPS da polso;
competenza di primo soccorso;
competenza meteorologica e tanto altro, mi sono attrezzato ulteriormente.
Certo l’obiettivo è quello di non doverlo utilizzare, ma se dovesse succedere i soccorsi e parenti e amici qualificati sanno dove recuperarmi:
Il Trail Running, o la Corsa in Natura, è uno stile molto diverso di intraprendere la ‘corsa’, rispetto a quello che intraprendiamo quando corriamo sull’asfalto o tra le mura delle nostre città. Se in quest’ultima condizione siamo soliti a confrontarci con tempo, ritmo, velocità e resistenza, quando andiamo per strade sterrate, sentieri e, a volte solo piccole ‘tracce’, tutto questo perde di significato.
La corsa si alterna alla camminata nei tratti più impervi, ripidi o particolarmente tecnici, il piede non trova un appoggio sicuro e lineare, ma ad ogni passo è un gesto alla ricerca di un equilibrio nuovo, muovendosi e adattandosi alla morfologia del terreno.
Ed in ultimo, ma non per importanza, gli alberi, il bosco e la natura stessa si insinuano nel nostro corpo e nella nostra mente trasmettendoci un rallentamento del ritmo, accompagnato dal ‘silenzio’ della natura che, ricco di suoni melodiosi, contribuisce al benessere mentale.
E forse, è proprio per questo che un Trail Runner abbandona il concetto di tempo, di ritmo e insegue quello di FINISHER.
Sei troppo magro!
Quest’affermazione impazza, rivolta a me, nelle ultime settimane.
Ma cosa vuol dire? Cosa comporta? Sarà vero?
Prossimamente coinvolgeremo il professionista dell’alimentazione, dott. Cucinotta, per scoprire le carte e capirci qualcosa.
Per ora godiamoci la colazione ..
Alimentazione e corsa sono un binomio splendido.
Stay tuned
Maurizio S.
Non aspettare; non sarà mai il tempo opportuno. Inizia ovunque ti trovi, con qualsiasi mezzo tu puoi avere a tua disposizione; mezzi migliori li troverai lungo il cammino.
Napoleon Hill
Maurizio S.