Sara Bottarelli, intervista ad una campionessa.
Articolo Uscito sul Magazine Agosto 2016 del Gruppo Runners & Bikers – Italian Live Sports.
“Ciaaooo” così risponde Sara Bottarelli, Classe 1990, semplicità da vendere e simpatia in abbondanza…
Curiosamente l’intervista si svolge in Viaggio, non il viaggio che la Campionessa Italiana di corsa in Montagna sulle lunghe distanze è solita fare, ovvero tra i monti e i boschi, ma, ahimé, in auto. Sara, ragazza super impegnata e incapace di dire di no, accetta di fare l’intervista mentre si sta spostando in auto per raggiungere il fidanzato (ci spiace per voi giovani pretendenti) ed io, ovviamente, mi sto spostando su un’altra auto, in direzione totalmente opposta. Subito sottolinea come questa sua capacità di accettare le numerose richieste le permette di confrontarsi con persone diverse da cui può sempre apprendere modi diversi di pensare e agire.
Ma ora veniamo alle semplici domande fatte ad una ragazza altrettanto semplice…
Come ti descriveresti?
Solare, Sincera, ehm penso a tre aggettivi: testarda, determinata, ma nello stesso tempo spesso indecisa. In realtà credo che per prendere una decisione impiego un po’ di tempo, ma una volta scelto divento
determinata. Mi piace molto tenermi attiva facendo tante cose e incontrando tanta gente, ma allo stesso
tempo mi piace ritagliarmi del tempo ed isolarmi e non mi spaventa stare da sola come è successo ieri arrivando a casa alle 19:20. Son partita di corsa e sono arrivata alle 20.00 a Sant’Emiliano (Santuario che sovrasta Sarezzo) e non aver trovato nessuno è stato bellissimo!
Trovare ancora il cielo azzurro con il sole che illuminava ancora per poco le cime delle montagne circostanti. Mi son sdraiata nel prato e mi son goduta il momento. Forse con un pizzico di egoismo.
Cosa fai per mantenerti?
Quest’anno è stato un anno fortunato: ho fatto l’insegnate di educazione fisica, anche se non sono in graduatoria ho avuto un contratto da gennaio a giugno e fortunatamente ero in due scuole della media-alta Val Trompia, quindi non appena finivo di fare l’insegnante mettevo le scarpette ed andavo a correre.
Ora, terminate le scuole, mi dedico ad alcuni progetti come fare l’insegnante di ginnastica artistica ed un
Grest Sportivo dove insegno ai bambini diversi sport. Mi piace trasmettere ai bambini come lo sport sia stato per me una fonte di crescita.
Quanto ha influito la tua famiglia nella passione per la corsa?
Nonostante abbia papà, mamma e fratello che corrono, devo sottolineare come la mia famiglia mi abbia educato allo sport. Da piccola ho fatto nuoto, artistica e altri sport. La scelta della Corsa è stata un passaggio successivo.
Come hai deciso di correre?
Ho scelto di correre quando ho notato che fare le gare di Ginnastica Artistica mi prendeva una forte di agitazione, mentre quando facevo le gare di corsa ero più serena e mi divertivo.
Cosa provi quando corri?
È una valvola di sfogo. Sensazioni positive. Quando vado forte riesco a convogliare tutte le energie negative e le butto fuori. Quando faccio una gara, se sta anche andando bene è come se riuscissi a sfogarmi, e come se mi auto caricassi, sento di andar bene, sento di star bene e sento il tifo, mi carico e sto bene. Correndo posso raggiungere molte località in poco tempo e spesso ciò mi consente di arrivare in posti dove sto bene. In bici probabilmente ne vedrei di più, ma dubito che la bici possa essere il mio futuro.
Hai appena affrontato gli europei ad Arco di Trento, com’è ci descriveresti il contesto?
Prima dicevo che difficilmente mi agito alle gare. Gli europei li ho sentiti tantissimo. Probabilmente perché ho dovuto concentrarmi una settimana intera sull’obiettivo. Io sono abituata fare tante cose e spesso mi alleno alla sera o al mattino presto e trovarmi a trascorre tutto quel tempo pensando solo
esclusivamente all’Europeo è stato per me difficile.
Probabilmente devo fare ancora quel salto di qualità che mi permetterà di affrontare meglio questo tipo di gare. Una gara in salita proprio perché ad un chilometro dal traguardo ero sesta. Poi ho iniziato a recuperare e trovandomi quarta ed il traguardo vicino mi son detta che non arrivare a podio sarebbe stato un motivo per rimuginare tutta la vita. Ho raggiunto la terza e sono riuscito a tenere la posizione fino alla fine.
Come ti alleni per poter partecipare a gare così impegnative? E qual è la tipologia di gara preferita?
Ultimamente mi alleno tutti i giorni, inserendo almeno un giorno alla settimana nuoto. Questo per scongiurare gli infortuni, purtroppo sono molto soggetta, come molti altri atleti, quindi in base al calendario gare vengono impostate delle giornate di particolare carico, ad esempio salite di 40-45 minuti spingendo, a giorni di scarico, correndo sulla pista ciclabile al piano. Rispetto alle gare io prediligo le lunghe dove per lunghe intendo 21 km, come ad esempio ai Campionati Italiani di Corsa in Montagna sulle lunghe distanze svoltesi a Nasego, dove stavo particolarmente bene, il percorso era adatto a me, mi ero allenata molto bene e non so cosa sia successo, ma ho vinto.
Ora sto svolgendo anche i Campionati di Corsa in Montagna a Distanza Classica. Sono due prove, la prima prova prevede sia salita che discesa, mentre la seconda prova… (all’uscita di questo magazine si sarà già svolta)
Ci racconti un aneddoto? E cosa aggiungeresti agli aggettivi con cui ti sei descritta prima?
Spesso mi perdo. Ovviamente quando vado a fare le mie corse in montagna non mi piace fare gli stessi sentieri e vorrei cambiare, ed anche se spesso sono percorsi che ho provato con mio padre, non me li ricordo e sbaglio sempre qualcosa. Per questo mi ritrovo in mezzo a prati piuttosto che a greggi al pascolo e giusto pochi giorni fa, mi è capitato di essere ospitata a bere un goccio di acqua perché mi riconoscono e mi salutano in grande.
Dopo questa telefonata definirei Sara
CHIACCHIERONA, empatica e socievole.
Maurizio S.
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