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Iniziare a Correre e Continuare..

Iniziare a correre, ma soprattutto continuare, non è facile.

attraverso la corsa è possibile raggiungere un equilibrio fisico-emotivo-mentale, ma questo processo risulta efficace se supportato e facilitato dalla presenza di un Accompagnatore, un motivatore per la mente e un ‘allenatore’ per il corpo.

Il mio ruolo sarà quello di accompagnarti un passo dopo l’altro per raggiungere l’obiettivo di Star Bene, evitando, anche, inutili infortuni dovuti ad un’attività svolta non correttamente.

  • Se vuoi un percorso personalizzato ed esclusivo non esitare a CONTATTARMI per costruire un pacchetto “Ad Hoc”, oppure prova a visionare i percorsi proposti QUI.
  • Se pensi di UNIRTI al GRUPPO: RUNNING SCHOOL
    • PERCORSO START: per chi inizia correre.
    • PERCORSO GOO: per chi vuole un ritmo più sostenuto e migliorare la tecnica.
2022-02-24T16:27:59+01:0016 Agosto 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

È Naturale Correre o è la Corsa Naturale?

È Naturale Correre o è la Corsa Naturale?

Beh, direi che è una bella domanda, a cui trovare risposta non è poi così semplice. Una cosa è certa: correre è nel nostro DNA. Nell’articolo DNA da Runner esprimo in modo semplice questo concetto ed anche i benefici che la corsa produce nell’uomo.

Un’altra certezza si può sottoscrivere osservando i runner di oggi rispetto a quelli del passato, dove per passato non intendo quelli degli anni ’50 che correvano con dei bellissimi fuseaux che tanto invidio, ma i runner “primordiali”: abbigliamentoscarpe e attrezzatura hanno sicuramente condizionato il modo di correre, la tecnica.

Proprio le scarpe, pensate, progettate e costruite in un determinato modo, e con obiettivi ben precisi, hanno contribuito a modificare la tecnica di corsa.

Non credo che ci sia UN MODO sicuro, unico e perfetto per correre. Soprattutto perché vedo l’uomo come una macchina capace di adattare il proprio corpo in base alle necessità, difficoltà e bisogni e, quindi, talvolta risulta necessario correre con una particolare tecnica piuttosto che con un’altra.  Credo, però, che ciò che ha da sempre caratterizzato l’uomo sia la Corsa Naturale che tutti, bene o male, riusciamo a fare. Proviamo, anche solo per 2 minuti, a pensarci su una spiaggia bianca caraibica mentre inseguiamo la nostra dolce metà. O scappiamo!

È proprio inseguendo questo sogno che mi sono imbattuto in questi ‘strumenti’, che qualcuno potrebbe definire di tortura.

In ordine di comparsa da sinistra a destra, AltraTopo Athletic e Newton, sono alcune delle tante marche (dal mio punto di vista non rientrano nel gruppo di marche più blasonate) hanno voluto investire in questa direzione.

Se torniamo al sogno di poche righe sopra, della corsa sulla spiaggia caraibica, possiamo focalizzarci su come questa corsa avviene in modo abbastanza naturale evitando quella che solitamente viene definita “Rullata” del piede e sfruttiamo, invece, la parte più anteriore del piede. Preciso che utilizzo il termine “in modo abbastanza naturale” perché, dopo anni e anni di corsa appoggiando il tallone non è detto che il nostro cervello riesca a dare l’impulso corretto per modificare il movimento abituale, ma, sicuramente, alla prima tallonata, il vostro piede, la vostra schiena e il vostro cervello vi stramalediranno!

Non è in questo articolo che voglio raccontarvi se e come promuovere il cambiamento o cosa bisogna fare, ma volevo solo anticiparvi che è da qualche mese che consumo la gomma di queste scarpe ed a breve vorrei raccontarvi cosa penso e cosa hanno sentito i miei piedi.

buone corse!

Maurizio S.

2022-02-24T16:28:09+01:004 Luglio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Supporto Mentale e Fisico

I percorsi offerti hanno l’obiettivo di incrementare la resilienza* e strutturare un approccio mentale più efficiente ed efficace alla pratica della corsa.

La corsa è una pratica sportiva molto semplice da mettere in atto che richiede del materiale minimo. Proprio per questo in alcune situazioni molti sportivi si approcciano alla corsa come valvola di sfogo. Ho già espresso una mia opinione in questo articolo, dove concludevo il breve scritto con questa domanda:

E Tu, quando corri, come corri? Scappi, insegui o sfrutti la corsa per la ricerca continua di un equilibrio in movimento?”

Affrontare un percorso di consulenza atto all’incremento della resilienza significa anche mettersi in discussione rispetto alla motivazione interna che ci porta a correre chilometro dopo chilometro, fino a raggiungere distanze un tempo inimmaginabili.

il Processo, durante il quale si affrontano tematiche legate alla sfera sportiva, ma non solo, è lento e graduale e rispetta i tempi di ciascuno.

Le possibilità di intervento sono le seguenti:

1. Approccio Mentale: prevede una consulenza di 50’ a cadenza quindicinale. Un affiancamento all’attività della corsa che il Runner svolge. L’obiettivo della consulenza è ristrutturare gli obiettivi per facilitare e migliorare l’efficienza e l’efficacia degli allenamenti;

il costo del servizio ha un fisso mensile che varia da 50€ a 100€ al mese**.

Beneficiari di questa consulenza sono le persone che vogliono incrementare le proprie prestazioni, strutturare abilità di problem solving e resilienza e che hanno un piano di allenamento già stabilito.

2. Approccio Mentale e Fisico: in questo caso si lavora sull’approccio Mentale attraverso una consulenza che può essere gestita gestita sia indoor che outdoor che in video-consulenza; l’intervento dal punto di vista dell’allenamento specifico avviene attraverso la calendarizzazione e gestione degli allenamenti. La consulenza Outdoor permette  di valutazione e gestione specifica dell’allenamento con l’obiettivo;

il costo del servizio ha un fisso mensile che va scelto tra 80€ e 140€.**

Beneficiari di questa consulenza sono le persone che vogliono raggiungere un benessere fisico, occuparsi del proprio corpo o migliorare le prestazioni.

In accordo con il cliente si potrà valutare la tecnica più appropriata di consulenza che può avvenire in Studio o inCorsa o attraverso la Video Consulenza.

La VIDEOCONSULENZA è uno strumento utile in quei casi dove ci si ritrova a dover rinunciare, per problemi di salute, isolamento geografico, ad un incontro in Studio. Questo strumento permette di vedere il consulente e parlare, o scrivere, in modo naturale ed immediato, promuovendo un metodo pratico ed eco-compatibile a km0. È un servizio professionale online simile al classico colloquio in Studio della durata di 50 minuti e che prevede un minimo di dotazione tecnica concordata con il professionista.

*Resilienza: una metafora simpatica sul concetto di resilienza potete trovarla nell’articolo La Vita dell’Aragosta, tra crescita ed avversità.

Una spiegazione più tecnica sul concetto di resilienza potete trovarli QUI, ma in sintesi è la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, di cogliere quella che potrebbe essere una sconfitta come un evento evolutivo.

**Il Senso di dare al cliente la possibilità di pattuire il compenso della consulenza trova significato nel concetto di motivazione, coinvolgimento, nonché la possibilità economica per la persona e quanto ritiene utile investire nel SUO progetto.

Maurizio S.
Se pensi di intraprendere un percorso diverso, guarda le altre opportunità QUI

OPPURE CONTATTAMI SUBITO!
NON ASPETTARE ALTRO TEMPO

2022-02-24T16:28:26+01:0028 Aprile 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Una nuova filosofia nell’abbigliamento sportivo: CTWsport

L’abbigliamento sportivo per un runner e per un trail runner è una seconda pelle che deve svolgere adeguatamente il suo dovere tanto quanto la ‘pelle originale’. La scelta dei capi però non è sempre facile ed immediata, soprattutto perchè il panorama offre una grande varietà di prodotti con diverse caratteristiche. La difficoltà sta nello scegliere quelli che rispondono meglio alle esigenze del proprio corpo e questo, spesso, richiede tempo e denaro, come ben sappiamo, i capi di qualità hanno prezzi superiori ai capi “standard”.

Quasi per caso nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un link sulla pagina facebook di trailrunning.it, dove stavo un po’ curiosando in vista di un nuovo articolo da pubblicare, che mi ha rimanda ad un negozio online di abbigliamento tecnico prodotto Made In Italy. Non sono un estremista del Made in Italy, ma se posso contribuire alla commercio italiano restando soddisfatto lo faccio volentieri. Entrando virtualmente nel negozio sono subito colpito dai capi offerti: esteticamente belli ed essenziali, all’apparenza pratici.

Come è noto, la scelta di un capo tecnico può essere fatta on line solo nel caso in cui si conosce il prodotto (e si sfrutta la rete per risparmiare qualche soldino!), oppure ci si affida alla provvidenza e si ‘rischia’ tutto acquistando e sperando nell’ottima qualità del prodotto e nella perfetta sintonia con il proprio corpo.

Dopo qualche minuto di elucubrazione tautologica avviata durante la navigazione nello Store On line, mi accorgo che ho la possibilità di avviare una chat per risolvere alcuni dubbi.

Nel giro di pochi secondi (ci tengo a sottolineare che erano le 23:15 di venerdì 14 aprile) mi risponde un ‘consulente’ che mi aiuta a risolvere l’amletico dubbio sulla scelta del capo: attraverso il CTW Test Program posso comodamente provare dei capi e scegliere quali possono fare al caso mio oppure no. È possibile provare fino a un massimo di 4 capi e 4 sono quelli che scelto. Di fatto si possono acquistare direttamente i prodotti, oppure aderire a questo servizio. L’addebito sulla carta di credito avverrà solo a transazione avvenuta e, quindi, quando verranno scelti i capi da tenere e quelli da rimandare al negozio. Il tutto senza costi aggiuntivi.

Il termine ‘PROVARE’ va inteso come sperimentare l’abbigliamento tecnico durante una corsa. Quante volte è capitato di provare in negozio una maglietta, o un paio di pantaloncini e dopo averli portati a casa ed indossati con tanto entusiasmo verificare, durante una corsa, quella simpatica abrasione sulla nostra pelle?

Questo può essere sfatato.

Aderisco subito ed invio l’ordine. Mercoledì 19 aprile i capi sono già nel mio armadio.

Fin da subito si percepisce al tatto la ‘comodità’ del capo, dato dalla morbidezza del tessuto e dalla fattura (così mi insegnava mia nonna). Una volta indossati si avverte un piacevole confort, e ci si adagia volentieri. Il pensiero, però, corre subito all’esterno della stanza in cui mi trovo: in Val Trompia le temperature non sono clementi, saranno all’altezza? Riusciranno a mantenere il corpo alla temperatura ideale . Voglio testare il capo e faccio la ‘follia’. Rientro da un leggero infortunio e non posso esagerare, quindi con pantaloncini e maglietta giovedì 20 alle ore 21.15 esco con una temperatura di 6° per una leggera corsetta. Corro per circa 40′ a bassa velocità, e non sento minimamente difficoltà nel gestire la temperatura pungente. Mi sorge quindi il dubbio che sotto sforzo potrei ‘surriscaldarmi’. Non posso esagerare, ma dedico 10′ ad un passo più sostenuto (non sono flash, ma mi scaldo velocemente) e la sensazione è la medesima nonostante la differenza di movimento e l’aumento considerevole dello sforzo e quindi delle temperature del corpo.

Ottime sensazioni, quindi.

Rientro soddisfatto del servizio e del prodotto.

Mentre mi cambio per una doccia ho la sensazione che, avendo provato l’abbigliamento su una semplice, ma piacevole pista ciclabile, temo che il capo possa faticare a reggere la mia maldestra abitudine di praticare trail uscendo dai tracciati e, quindi, incappando in alberi, rovi e quant’altro. Certo non esistono magliette anti rovi, ma questa sensazione è forte. Per ora non ho l’opportunità di impegnarmi in questo “test di secondo livello” ma sfrutterò nuovamente questi capi durante la Milano Sanremo dove, tra una settimana, cercherò di tenere alto il morale al mitico Leo, un Amico e Atleta che supporto da qualche anno e che si cimenta in competizioni dalle lunghe distanze con l’obiettivo di “baciare il piede di Leonida nel 2018”.

2022-02-24T16:28:34+01:0022 Aprile 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Infortunio: quando il corpo ci dice qualcosa

INFORTUNIO: un termine terribile che spaventa tanti runner, me compreso.

Ma cosa sta dietro a questa parola?

Sono ormai dieci giorni che non corro.

Un’ecografia ha confermato la diagnosi: leggero stiramento di una parte del muscolo del polpaccio (che non ripeto per non usare troppi paroloni). Nulla di Grave, ma lo STOP è NECESSARIO.

Piccoli segnali che talvolta vengono ignorati, sottovalutati e accantonati, MA il corpo cosa ci vuole dire?

stiamo facendo troppo o troppo poco?

stiamo lavorando male?

Ogni singola percezione che abbiamo, deve essere valutata. NON demonizzata, ma ascoltata.

Se riusciamo a far girare la testa, anche questi momenti sono costruttivi:

  • di fatto se ci siamo fatti male, vuol dire che qualcosa non andava e che il corpo aveva necessariamente bisogno di fermarsi: è fondamentale!
  • forse i ritmi ‘allucinanti’ a cui ci siamo sottoposti nell’ultimo periodo hanno sovraccaricato troppo e l’allenamento ha PERSO la sua efficienza ed efficacia ed è divenuto deleterio.
  • forse abbiamo organizzato male i carichi di lavoro.
  • forse ci sono altri motivi…

Uno STOP forzato può assumere un ruolo decisivo nel miglioramento personale: possiamo riorganizzare TESTA, CUORE e GAMBE in attesa dei prossimi allenamenti!

Maurizio S.

2022-02-24T16:28:43+01:007 Aprile 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

LE OTTO MONTAGNE di PAOLO COGNETTI

Le otto montagne. [tratto da]

La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi e pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo.
Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – così diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.

– “Guarda quel torrente, lo vedi? “– disse mio padre. – “Facciamo finta che l’acqua sia il tempo che scorre. Se qui dove siamo noi è il presente, da quale parte pensi che sia il futuro?”

Ci pensai. Questa sembrava facile. Diedi la risposta più ovvia: – “Il futuro è dove va l’acqua, giù per di là.”
– “Sbagliato” – decretò mio padre.

[…] Pensai al torrente: alla pozza, alla cascatella, alle trote che muovevano la coda per restare immobili, alle foglie e ai rametti che correvano oltre. E poi alle trote che scattavano incontro alle loro prede. Cominciai a capire un fatto, e cioè che tutte le cose, per un pesce di fiume, vengono da monte: insetti, rami, foglie, qualsiasi cosa. Per questo  guarda verso l’alto, in attesa di ciò che deve arrivare. Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro a monte. Ecco cosa avrei dovuto rispondere a mio padre. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.

Maurizio S.

2022-02-24T16:28:50+01:006 Marzo 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

Bitume o Trail

L’alba ha già fatto la sua comparsa e, con lei, anche il suono della sveglia. Ancor prima di aprire completamente gli occhi, un pensiero prende spazio nella mia mente ancora un po’ assonnata: “oggi il lavoro inizia alle 9.00… potrei correre tra le 7 e le 8: Asfalto o Trail?”

Mi alzo, colazione leggera e, mentre ancora rifletto su quale sia l’alternativa migliore, mi preparo. Guinzaglio legato al porta-borraccia e, con Ariel al seguito, READY TO RUN! Appena fuori casa, l’idea di fare una decina di chilometri sul bitume viene subito detronizzata: l’aria è frizzante e il cielo è ricoperto di nuvole… ho voglia di bosco! Assecondo questo desiderio e, in pochi minuti, strutturo il tipo di uscita: 2 o 3 chilometri ad un discreto ritmo sul piano della ciclabile e poi via in salita tra sentieri, rocce e un paesaggio meraviglioso che, come me, si risveglia lentamente… minuto dopo minuto. Ed è così che si crea la mia piccola uscita mattutina: un risveglio muscolare perfetto, un inizio di settimana rigenerante, un contatto silenzioso con la Natura che alleggerisce e rinfresca i pensieri.

Buona giornata a Tutti e buona settimana.

Maurizio S.

2022-02-24T16:28:58+01:0027 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

TRAIL: Vuoi Provare a Farlo?

Correre in natura o montagna, non è solo un viaggio fisico, ma è soprattutto un Percorso Mentale e Spirituale. La possibilità di condividere strade e sentieri, con una figura che sa ascoltarvi, può risultare una grande risorsa. Poter condividere le sensazioni che il movimento della corsa produce ascoltando e condividendo ciò che si sente risulta essere uno strumento efficace e significativo per riscoprire e raggiungere il benessere fisico, emotivo e mentale.

Avvicinarsi alla Corsa in Natura (il Trail Running, appunto) vuol dire, però, approcciarsi ad un modo di correre diverso e impegnativo. L’ambiente, infatti, richiede un’adeguata preparazione che permetta al runner di godersi il viaggio in tutta sicurezza.

VUOI PROVARE A FARE TRAIL RUNNING?

IO Posso Aiutarti!

Percorsi rivolti a singoli o a gruppi costruiti in base alle esigenze ed alle possibilità del Runner.

2022-02-24T16:29:06+01:0017 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |

La Vita dell’aragosta: tra crescita e avversità

Rileggendo la storia del dott. Abraham J. Twersky, rabbino e psichiatra, mi sono reso conto di come siamo portati a fuggire dai momenti di disagio e di dolore, come se questi fossero momenti da evitare assolutamente perché potatori unicamente di malessere.

“L’aragosta è un animale morbido e soffice, vive dentro un rigido guscio che non si espande mai. E come fa l’aragosta a crescere? Mentre cresce, il guscio diventa sempre più stretto e scomodo, tanto che l’aragosta non può fare altro che liberarsene. Sentendosi sempre più sotto pressione e a disagio, va quindi a nascondersi tra le rocce. Lì, più vulnerabile che mai, lascia andare il vecchio guscio e si adopera per crearne uno nuovo che possa adeguarsi alle sue necessità. Ad un certo punto, continuando a crescere, anche questo guscio diventa stretto e scomodo. Allora, torna sotto alla sua roccia e ripete il processo, ancora e ancora. Lo stimolo che rende possibile la crescita dell’aragosta è la scomodità, il disagio, il dolore. Se l’aragosta potesse avere dei medici a disposizione, probabilmente le somministrerebbero dei farmaci per ‘sedare’ questo malessere e troverebbe una soluzione immediata, una distrazione che possa far sparire il disagio e che la illuda di aver risolto il problema senza averlo realmente affrontato. Così facendo, non si libererebbe mai di quello che non va più bene per lei.”

Come in tutte le metafore è…

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2022-02-24T16:29:12+01:0015 Febbraio 2017|Categorie: Articoli|Tag: |
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