Le otto montagne. [tratto da]

La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi e pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo.
Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – così diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.

– “Guarda quel torrente, lo vedi? “– disse mio padre. – “Facciamo finta che l’acqua sia il tempo che scorre. Se qui dove siamo noi è il presente, da quale parte pensi che sia il futuro?”

Ci pensai. Questa sembrava facile. Diedi la risposta più ovvia: – “Il futuro è dove va l’acqua, giù per di là.”
– “Sbagliato” – decretò mio padre.

[…] Pensai al torrente: alla pozza, alla cascatella, alle trote che muovevano la coda per restare immobili, alle foglie e ai rametti che correvano oltre. E poi alle trote che scattavano incontro alle loro prede. Cominciai a capire un fatto, e cioè che tutte le cose, per un pesce di fiume, vengono da monte: insetti, rami, foglie, qualsiasi cosa. Per questo  guarda verso l’alto, in attesa di ciò che deve arrivare. Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro a monte. Ecco cosa avrei dovuto rispondere a mio padre. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.

Maurizio S.