La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni”

cit. Pietro Mennea

Silvia Serugeri, classe 1980, i punti dell’Esselunga, come dice lei, le hanno permesso di vincere la Coppia Italia CSEN nel Canicross categoria Senior Woman.

Costanza e perseveranza, le hanno permesso di essere davanti a tutte. Questo lo dico io.

Ma andiamo per gradi e proviamo ad indagare sulla vita di questa ‘giovane’ fanciulla:

Cos’è, o come descriveresti, il “canicross”?

Il canicross è una corsa campestre col cane, padrone e cane indossano attrezzatura specifica (imbrago da traino per il quadrupede, linea ammortizzata al posto del guinzaglio e cintura lombare per l’umano) e corrono in modo che il cane possa esercitare il traino. Nasce per allenare i cani da slitta in mancanza di neve e per addestrarli ai primi comandi per lavorare in muta e poi si evolve come disciplina sportiva in modo autonomo. Queste le definizioni tecniche.

Per me il canicross è un magnifico momento di condivisione con la mia cagnolina Maya, un modo per fare sport insieme all’aria aperta.

Raccontaci di come hai iniziato questa disciplina?

Tutto ha inizio dalle passeggiate nei boschi insieme alla mia bracca, lei corre, annusa, gira a velocità pazzesca e io cammino…un giorno sul nostro sentiero preferito inizio a correre, lei si inchioda, mi guarda, fa un sorriso a mille denti e si mette a correre accanto a me come se non aspettasse altro, felice che io finalmente abbia rotto il passo. Poco dopo scopro che esiste una disciplina cinofila che si sta affermando in Italia che si chiama appunto canicross e che permette di correre col cane in tutta sicurezza, siamo nel 2015, faccio uno stage, mi procuro l’attrezzatura ed iniziamo. Da quel momento è passato diverso tempo, gli allenamenti non sono stati costanti fino ad impegnarci un po’ di più a fine 2017 (nel frattempo io ho fatto qualche corsa trail e mi sono preparata prima per una mezza maratona e poi per una ecomaratona).

Chi è Maya?

Maya…Maya è la mia anima selvaggia, è la mia maestra di presenza nel “qui ed ora”, è la mia personal trainer…per le persone comuni è il mio cane. È una bracca tedesca, kuzhaar, di 5 anni, arrivata da me a 7 mesi dopo aver girato diverse famiglie. Era una cagnolina timida ed insicura con cui ho dovuto lavorare molto per darle fiducia nel mondo e nelle persone. Abbiamo fatto tante cose insieme appunto perché aveva bisogno di ampliare il suo ventaglio di esperienze; l’attività sportiva è stata fondamentale per la sua crescita fino ad arrivare ad essere perfettamente tranquilla in competizioni internazionali di alto livello con molti altri cani. Un cane timido ti costringe ad una profonda empatia per capire le sue esigenze e i suoi momenti di difficoltà, ti costringe a trovare strategie educative per aumentare il suo benessere emotivo e le sue competenze affinchè possa muoversi nel mondo con sicurezza e tranquillità. Tutte queste esperienze mi hanno portato a formarmi come educatore cinofilo per capire ancora meglio il “mondocane”.

Cane e uomo, come descriveresti questo binomio?

È un legame ancestrale, antichissimo. Uomo e cane si sono co-evoluti, da millenni camminano fianco a fianco. Questo legame si percepisce con una semplice passeggiata nel bosco dove i nostri sensi da cacciatore si amplificano e dove le gambe scalpitano per correre. L’essenza del binomio si sperimenta ogni volta che cane e uomo fanno qualcosa insieme, è più facile sentire questo legame quando il cane esprime il lavoro per cui è stato selezionato (caccia, conduzione bestiame, ecc…) oppure durante l’attività sportiva come il canicross (anche in tutte le altre discipline sportive che hanno come compagno il cane, ben inteso). È una magica trasformazione, si diventa un solo individuo a sei zampe, la comunicazione si riduce all’essenziale, ogni parte del corpo si muove con uno scopo e il cane ci “legge” come un libro e si comporta di conseguenza. La fatica diventa condivisa, il ritmo è unico, la linea che unisce va ben oltre alla materia della linea ammortizzata dell’attrezzatura, unisce due cuori e due cervelli verso uno scopo condiviso.

Correre insieme è faticoso perché il cane ovviamente va molto più veloce e bisogna far girare le gambe (no, non è comodo come pensano tutti quelli che mi fanno le battute per strada “Facile farsi tirare”), ma è anche un sacco divertente!

Come organizzi i tuoi allenamenti e, soprattutto, ti alleni sempre con Maya?

Io mi alleno almeno 3 volte a settimana (sotto le scudisciate del coach Maurizio), Maya la alleno un paio di volte a settimana con corse libera in bici o corse in montagna, quest’estate visto il gran caldo la facevo nuotare al lago. Non posso allenarmi sempre con Maya perché prima devo aumentare sulle mie velocità e resistenza, in modo da pesare meno durante la corsa con lei, e poi lavorare sulle sue; se corressimo sempre insieme io non migliorerei mai e lei non potrebbe mai raggiungere i suoi massimi picchi di velocità, sono quelli che la allenano!

Polonia 2018, cosa è successa in questa curiosa nazione?

Il 6 e 7 Ottobre abbiamo partecipato ai mondiali ICF di canicross. L’esperienza è stata fenomenale. Abbiamo potuto gareggiare accanto ad atleti di altissimo livello, ho visto dal vivo prestazioni che avevo potuto vedere solo su Youtube o su Facebook. Ho imparato tanto sulla gestione del cane dagli atleti esteri e dai compagni di squadra italiani.

Maya si è dimostrata una bracchetta con grande equilibrio e generosa, nonostante l’adrenalina, il casino degli altri cani, il pubblico, il caldo anomalo per la Polonia e per ottobre lei è stata perfetta. Nessuna incertezza, nessuna paura e tanta voglia di correre!

Un mondiale aspettato, considerando che pratichi questa disciplina da tantissimo tempo (guardate la mia faccia ironica)?

Più che aspettato direi sognato! Abbiamo iniziato con allenamenti costanti a fine 2017, da gennaio 2018 abbiamo iniziato la stagione di gare partecipando alle varie selettive e al Campionato Italiano a fine marzo. Siamo rientrate nella nazionale a pelo, con una sensazione di inadeguatezza quasi perché mi sentivo un po’ fuori posto accanto a persone più veloci di me. Fortunatamente Maya mi è venuta in aiuto…lei correva, non gliene fregava nulla di selezioni, tempi e altro…ho deciso così di scrollarmi di dosso l’inadeguatezza e allenarmi per arrivare ai Mondiali preparata, senza infortuni e al massimo della mia condizione fisica del momento. Sono stati mesi duri, caldo, doppi allenamenti (allenamento di Maya e allenamento mio), alimentazione di entrambe da curare, logistica da organizzare per una trasferta internazionale (documenti, vaccini, alloggio, attrezzatura) e poi…ad un anno esatto dalla rinuncia all’ecomaratona del 2017 per un infortunio siamo partite per questa bellissima avventura. La preparazione dei mesi precedenti ha avuto i suoi frutti, soprattutto sulla tranquillità di Maya e di conseguenza sulla mia. L’organizzazione di ogni particolare aiuta a non lasciare spazio all’ansia e a godersi la competizione.

La partenza del primo giorno di gara ha cancellato tutta la fatica in un secondo dopo lo start ed è stata solo emozione di essere presenti io e Maya ad un evento simile!

A quali gare parteciperai e quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

La nuova stagione di gare è alle porte, parteciperò ad alcune selettive e l’obiettivo è arrivare al top della forma per il Campionato Italiano di marzo 2019…dove prenderanno i tempi per la nuova nazionale.

Nel frattempo farò anche qualche gara del circuito Canicross UISP, si tratta di gare meno veloci, ma con salite e discese per cui impegnative sotto altri aspetti. Mi piacerebbe riuscire a partecipare al Trophee des Montagnes in Francia; quest’anno ho fatto solo tre dei dieci giorni di gare, esperienza bellissima anche qui che mi ha permesso di testare Maya nella confusione di altri cani scalpitanti e nella gestione delle discese a rotta di collo. Mi piacerebbe fare di tutto e di più, ma ho capito che è meglio selezionare le attività sennò si rischia di sovraccaricare la preparazione, devo poi sempre ricordarmi che non sono da sola e che il benessere di maya e la sua motivazione sono le cose più importanti.

Europeo ICF 2019[1], tempi duri si attendono… cosa ha reso più complicato il tutto?

Il livello delle “avversarie” è alto sia per la parte umana che per la parte canina (moltissimi sono i greyster, cani selezionati appositamente per questo sport), i criteri della selezione sembrano essere ben al di sopra delle mie possibilità.

Accettiamo la sfida e cercheremo di migliorare, il percorso sarà faticoso, ora si tratta di lavorare la velocità un pezzetto per volta per avvicinarsi il più possibile a quanto richiesto senza farsi male e senza spremere troppo Maya.

Ci racconti un aneddoto?

Ho parlato di allenamento del cane e di cura dell’alimentazione, beh se Maya potesse parlare direbbe che tra le due quella lenta e culona sono io e che lei può mangiare quel che le pare, tanto brucia tutto…visto che non può esprimere questo pensiero a parole lo esprime coi fatti.

Aprile 2017 dovevamo partecipare ad un Dog Trail domenicale di 17 km a Salice Terme, il giorno prima, presa da non so quale spirito culinario preparo una torta di mele enorme, la sforno e la lascio sui fornelli a riposare. Esco dieci minuti per non ricordo cosa, al rientro tutto normale, senonchè trovo in terra il coltello che avevo usato per staccare un po’ i bordi della torta dalla tortiera, mi domando che ci faccia in terra. Giro lo sguardo verso i fornelli e trovo la tortiera vuota, linda e pinta e perfettamente al suo posto. A quel punto guardo Maya che restituisce uno sguardo misto tra colpevolezza, sfida ed indifferenza dalla sua brandina. Insomma ‘sta disgraziata si era mangiata due kg di torta il giorno prima della gara, il mio pensiero era tutto per come sarebbe stata la sua pancia durante la competizione…

Beh, nessun problema, questa ha stomaco ed intestino di ferro, abbiamo finito il trail senza problemi ed abbiamo conquistato pure il podio, in modo assolutamente inusuale…ma questo merita un altro racconto!

Cosa fai per mantenerti?

Sono il Conservatore del Museo delle armi e della tradizione armiera di Gardone Val Trompia all’interno di Villa Mutti Bernardelli dove c’è anche la Biblioteca.

Sono archeologa medievista, ma ho abbandonato da tempo il lavoro sul campo e dal 2010 lavoro all’interno del Museo.

Maurizio S.


[1]Un anno verrà fatto un mondiale, un anno un europeo, per cui nel 2019 sarà un europeo.