Quando le Emozioni salgono dalla pancia, colpiscono il Cuore e mandano in pappa la Testa non c’è nulla da fare, ma quando le Emozioni salgono dalle Gambe, per far scoppiare il Cuore e gioire con la Testa, vuol dire che qualcosa è andato alla Grande.

Quel “qualcosa”, nel mio caso, si chiama Trail!

Ed eccoci qui. Guardando quel ‘bellissimo’ biglietto su cui mi ero annotato ciò che avrei voluto fare, non nego che probabilmente peccavo un po’ di presunzione.

Quando le Emozioni salgono dalla pancia, colpiscono il Cuore e mandano in pappa la Testa non c’è nulla da fare, ma quando le Emozioni salgono dalle Gambe, per far scoppiare il Cuore e gioire con la Testa, vuol dire che qualcosa è andato alla Grande.

Quel “qualcosa”, nel mio caso, si chiama Trail!

Ed eccoci qui. Guardando quel ‘bellissimo’ biglietto su cui mi ero annotato ciò che avrei voluto fare, non nego che probabilmente peccavo un po’ di presunzione.

Poi i giorni passavano e la preoccupazione di aver esagerato cresceva.

Fortunatamente, la Testa ha preso il sopravvento ed ha lavorato bene: ci proviamo, sono pronto e posso farcela, ma, in caso contrario, nessun problema: resta un bell’allenamento.

Mi preoccupava soprattutto la 60km, dove venivano indicati 4000m di D+ ma, fortunatamente, le ore di tempo limite erano 15 e NON 10 come mi ero erroneamente segnato.

Emozioni, chiamale se vuoi emozioni

23 luglio 2016

ore 7.00

Fanano

Testa: quando la Testa c’è, si fanno cose incredibili. Non ho superato nessun record, non ho battuto nessuno di quelli che mi sono arrivati davanti ( ^_^ ), ma mi rendo conto di come la gestione del percorso sia stato fantastico rispetto alle mie aspettative, rispetto alle mie capacità e rispetto alle mie possibilità. Lungo tutto il percorso la testa non ha fatto altro che godersi il viaggio, perdendosi tra i boschi e ascoltando ogni minimo segnale che il corpo le rimandasse. Ginocchia, caviglie, piedi e gambe: un check-up continuo. Non c’era un tempo, per me, se non quello imposto dall’organizzazione come tempo limite. Quando mi sono reso conto che, a 7 chilometri dall’arrivo, avevo ancora energie per correre ho riconosciuto come sia stata una gara perfetta, senza aver risparmiato troppe energie, ma senza aver devastato il corpo: mi serviva il giorno dopo.

Cuore: un turbinio di emozioni. Aiutato dal contesto meraviglioso, dagli altri trail runner che si incrociavano lungo e da qualche incitamento arrivato dall’esterno. Percorrere lunghi tratti in un bosco senza essere disturbati da nessuno mi ha aiutato a riconoscere ogni minima sensazione, ogni sbuffo o ‘Sorriso dell’Anima’. Circondato da alberi, rocce, pioggerella o baciato da un caldo sole. Tutto questo in 11 ore abbondanti, potendo ammirare le montagne emiliane e quelle toscane lo stesso giorno. Trovandomi ad ammirare in solitaria i raggi di un sole malaticcio che si faceva breccia tra le nuvole o godere della bellezza di un laghetto, insieme a Pietro con cui ho avuto il piacere di commentare l’ultimo rifugio superato, posizionato in un piccolo angolo di paradiso. Abbiamo, però, anche parlato di come l’assurdità dell’uomo lo porti ad assumere sostanze per arrivare dove è possibile farlo con il solo ausilio delle proprie energie. Grazie Pietro.

Gambe: oggi dovevano farne di strada. Dovevano. Questo era quello che continuavano a sentire dall’alto. Dalla testa. E l’hanno fatto bene. L’hanno fatto danzando, mettendo un passo dopo l’altro, un saltello dopo l’altro per superare un masso o un gradino più impegnativo. Con quell’irrefrenabile voglia di riprendere a correre negli ultimi chilometri per liberare energia, forse per arrivare alla svelta o forse per sentire più aria sfiorare la pelle.

24 luglio 2016

ore 8.30

Chalet Novezza di Ferrara del monte Baldo

Testa: oggi si è divertita. Si è divertita a prendere per i fondelli quelle gambe che il giorno prima hanno macinato poco più di 60 km e qualche migliaio di metri dislivello. Ti rendi conto di quanto la testa ci sia quando, superato l’arco della partenza, l’affermazione sia stata “bene, ci siamo quasi, mancano solo 24 km”.

Il difficile è arrivato dopo. Una partenza lenta, un percorso da gestire, da godere. Fare un lungo tratto con due Bresciani e chiacchierare sui bellissimi paesaggi che tutte le competizioni permettono di vedere ha certamente aiutato.

Cuore: un mix, una corsa di pensieri. Due giorni a correre su e giù per i monti, tra i boschi. Mentre si corre ci si concentra sulla gestione del percorso, ma ho tutto il tempo per stare con me stesso, le mie paure, le mie tristezze, le mie gioie, i miei errori. Sono però cullato dalla brezza che il bosco o la vetta regalano, dalla fatica di salire, dalla soddisfazione di giungere al traguardo, dalla consapevolezza che, nonostante sia stato un azzardo, Testa, Cuore e Gambe hanno lavorato per arrivare alla fine. Godendosi un Viaggio meraviglioso.

Gambe: forse perché prese per il culo dall’inizio, forse perché effettivamente ne avevano ancora, anche qui hanno saputo stupirmi e farmi gioire nel vedere che, nel finale, il ritmo si è abbassato  di parecchio nonostante la pendenza. Alle mie gambe piace la salita.

Ed è così che torno alla quotidianità con più di una consapevolezza:

La consapevolezza che la fatica di prendere a braccetto la paura può portare a scoprire qualcosa, può donare soddisfazione, gioia e vita.

La consapevolezza che altre “Colonne d’Ercole” si presenteranno, ma in quei due giorni sono state letteralmente frantumate.

Con la consapevolezza che tutte le prossime difficoltà dovrò, anzi Potrò, affrontarle.

Maurizio S.