La montagna, i sentieri, le strade sterrate sono severi, mio fratello si preoccupa sempre di farmelo notare, e ciò è verissimo. Penso che mentalmente sia necessario affacciarsi al mondo della montagna e del Trail Running con un senso di rispetto, non lo chiamerei timore, ma è necessario riconoscere che davanti a noi e sotto i nostri piedi c’è un qualcosa di più grande. E’ risaputo che (ce lo insegnavano da bambini e lo dovremmo insegnare ancora oggi) quando ci si trova davanti a qualcuno ‘più grande’, non solo anagraficamente, si porta rispetto. Punto.

Devo ammettere, però, che vivo “l’abbandono del tracciato” come una scoperta, una riscoperta di me, o per lo meno di una parte.

Anche questo è un viaggio. Vuol dire raggiungere lo stesso punto attraverso un sentiero mai percorso, un nuovo modo che permette di osservare attentamente quella che fino a quel momento era la strada consueta e permette di farlo da una diversa prospettiva. In questo modo è possibile coglierne i punti deboli e i punti di forza, i passaggi obbligati e quelli più facilmente superabili.

Se descrivo le mie scorrazzate in montagna come un viaggio con sé stessi, posso altresì affermare che abbandonare il Tracciato è quindi un viaggio “oltre sé stessi”.

Un Trail fatto seguendo una semplice traccia lasciata da una lepre, piuttosto che inseguire un segnale GPS porta a concentrarsi ulteriormente, obbliga ad approfondire ogni singolo passo, a scavare più a fondo. E può far male. Fisicamente, se si commettono errori, Umanamente nel caso in cui questo viaggio faccia emergere qualcosa di profondo, quasi nascosto e ciò è possibile proprio perché si cambia prospettiva.

Quando salgo in Almana guardo tutto dall’alto, mi distacco, mi allontano, ma il desiderio di tornare a Valle è tanto forte quanto quello che sentivo alla partenza, di partire.

Quando durante un Trail abbandono il sentiero, osservo con attenzione la ‘via maestra’ sia per capire dove porta, sia per osservarne l’andamento, le sue curve, i suoi saliscendi e soprattutto il punto di arrivo. Così seguendo una traccia o un percorso nuovo, continuo, passo dopo passo, ad ammirare il tracciato nuovo e quello classico. …E passo dopo passo si scopre qualcosa di profondo, si scava e si riscopre.

Un Viaggio, un Viaggio Diverso.

Un Viaggio non privo di Pericoli, ma, a volte, necessario.

Buon sentiero, o meglio ancora buona traccia e se vuoi uscirne, guarda sempre la traccia classica e con attenzione createne una nuova: esploratori di Sé Stessi.

Maurizio S.