Il titolo è già un programma, nelle valli in cui vivo, famose per essere popolate da stakanovisti senza sosta, vige un famoso detto: “voglia di lavorare saltami addosso, che mi scanso”.
Questa frase veniva utilizzata per giudicare (nel vero senso della parola, i valligiani non sono molto fini e delicati) coloro che avevano poca “voglia di fare”.
Ma dove la trovano tutta questa voglia di fare?
Non ci è dato di sapere con precisione cosa ha portato i nostri nonni e i nostri padri ad essere così avvezzi al lavoro, servirebbe una ricerca lunghissima e, forse bisognerebbe guardare la questione da diverse prospettive per coglierne molteplici sfumature. Ma in questo articolo non voglio fossilizzarmi sulla voglia di lavorare, ma su ciò che spinge ogni uomo a raggiungere un proprio obiettivo, a perseguirlo con costanza, a compiere tutte quelle azioni necessarie per compiere il viaggio.
Parafrasando una frase di Karnaze, mi piace sottolineare come “perseguire la passione, sia più importante della passione stessa”.
Ma ci svegliamo tutte le mattine con la voglia di fare? Come è possibile essere sempre al 100%?
Le due domande sono molto simili e la risposta è tanto semplice quanto destabilizzante: No. Non potremo mai essere al 100% e non ci sveglieremo tutte le mattine con la voglia di fare. È forse questo “continuo impegno” che permette di rendere saporite le nostre piccole imprese quotidiane. Non sentirti in difetto, quindi, se ci sono mattine che preferiresti picchiare la testa contro uno spigolo, risulta normale. Oggi, si ha l’impressione che la debolezza non sia contemplata, non sia accettata (e forse è proprio così), ma non esiste forza, senza debolezza, non esiste caldo, senza il freddo non esiste costanza e determinazione senza il fallo. E quindi? E quindi il segreto, se di segreto possiamo parlare, è proprio quello di cambiare prospettiva, riconoscere la “difficoltà” ma vederla a nostro favore: quando una situazione ci risulta particolarmente difficile, proviamo a osservarla ed affrontarla pensando che richiede tutto il “nostro impegno”.
Ci sono diverse ricette che vengono descritte, che siano funzionali o meno, non mi è mio compito giudicare, ognuno ‘cucirsi’ addosso la propria soluzione. Soluzione che può essere trovata con lo studio, con l’esperienza e la riflessione (leggi anche l’articolo “l’esperienza non fa apprendimento”) o con il supporto di un professionista.
Io provo a darti alcuni suggerimenti, un atteggiamento che devi/puoi farti tuo per riuscirci. Mi piace molto la frase che mi usci mentre spiegavo ad un atleta ciò che avrebbe dovuto fare: “la determinazione non si misura nel risultato, ma in ciò che sei disposto a fare per raggiungere il risultato”.
Ed ecco alcuni suggerimenti da tenere sempre a mente:
- Non sei l’unico. Nel senso che non sei solo a dover mettere tutto il tuo impegno per riuscire in qualcosa, che gusto avrebbe? È la domanda più immediata, ma pensare di non essere il solo non ti permette di vedere il tutto da un’altra prospettiva? Inoltre, tutto ciò può essere sfruttato a tuo vantaggio.
- Sii ottimista. Cerca di vedere quello che sei riuscito a fare, piuttosto che quello che non hai ottenuto. A volte, il fallimento, è una seconda chance, bisogna coglierla.
- Concentrati su te stesso. Gli altri sono aiutanti o antagonisti, tu sei il protagonista della tua vita. Ascolta ciò che hanno da dirti, ma con capacità critica.
- Cerca il tuo metodo, i tuoi strumenti, costruiscili, anche con il supporto di qualcuno, ma sii tu il fautore della scelta. Ogni persona ha un metodo di apprendimento diverso, un tipo di intelligenza diversa, una memoria diversa: fotografica, uditiva, emotiva ecc. cerca di capire qual è la tua.
- Appassionati alle cose. Sprigiona la tua curiosità, nulla è banale e trova i mille colori, il bello e le molteplici sfaccettature di qualsiasi cosa! Renderà più piacevole ciò che stai facendo, ciò che richiede tutto il tuo impegno.
- Se proprio non riesci da solo, chiedi aiuto agli altri. Se ritorniamo al punto 1, possiamo pensare, tanto quanto non siamo gli unici a dover scavare per tirar fuori tutto il nostro impegno, non credo nemmeno che sia così catastrofico chiedere un aiuto, anzi!
Questi suggerimenti ti possono aiutare? Spero di si!
Maurizio S.